PUBBLICATO sulla NUOVA SCINTILLA il 13 settembre 2012
giovedì 20 settembre 2012
Di andare sotto Padova non è né previsto né opportuno
Dopo un inizio sotto tono,il dibattito sulla città
metropolitana, il nuovo soggetto che andrà a sostituire la provincia, è esploso
nelle ultime settimane sia nel contesto della provincia di Venezia che in quel
di Chioggia. E anche se i primi a tirare fuori l’argomento sono stati quelli
del PD ancora con un convegno in maggio
di quest’anno, chi ha lanciato un vero e proprio macigno nello stagno è stato
l’ex presidente del consiglio Pino Penzo
primo firmatario di un’iniziativa popolare (possibilità prevista dallo
statuto comunale) di portare Chioggia nella provincia di Padova, iniziativa che
ha catalizzato in breve tempo una eterogenea aggregazione di semplici
cittadini, di imprenditori e di esponenti politici di diverse provenienze: dal
capogruppo del Pdl Renzo Donin, al grillino Gilberto Boscolo, all’attuale
presidente dell’ortomercato (ex udc, ex forza italia, ex lista civica avanti
chioggia e ora nuovamente udc.) Giuseppe Boscolo Palo, tanto per citarne
alcuni, e comunque tante persone che in breve tempo hanno raccolto oltre mille
firme di cittadini che chiedono di abbandonare una Venezia matrigna per
abbracciare una presunta Padova madre.
In questo contesto che si sono svolti i lavori della 3° commissione
consiliare ( svoltasi il lo scorso 7 settembre), convocata con lo scopo di
approfondire cosa significhi città metropolitana “ un argomento diventato
esplosivo in tutta la provincia” ha esordito il presidente della commissione
statuto Carlo Alberto Tesserin, ricordando che l’ambito in cui il governo ha
già deciso è quello del taglio della spesa (spending review)..” il governo
aveva pensato di eliminare le provincie poi,
in base alla costituzione, ha ritenuto che non erano sopprimibili ed ha
deciso di smagrirle,di renderle meno costose e di ridimensionarne le competenze in base ai parametri relativi al
territorio e agli abitanti. Le provincie in futuro svolgeranno una funzione
molto più contenuta di quella di prima e saranno un numero indicativamente
valutabile su metà di quelle attuali ”. Anche se il decano del consiglio
regionale non ha nascosto le tante perplessità su una legge fatta male, ha ribadito
come sia un bene il breve periodo di tempo concesso per decidere se entrare o
meno nella città metropolitano, altrimenti, è il suo parere “ non si sarebbe
mai preso una decisione”.
Un dato su cui insiste il consigliere regionale Lucio Tiozzo, sui cui appare
favorevole lo stesso Tesserin, è che “
la città metropolitana così com’è individuata territorialmente può partire
adesso perché la legge è fatta in questo modo ma in futuro si potrà pensare ad
un’area più vasta che preveda Padova, Treviso e potenzialmente anche la realtà
Polesana, in modo che si costituisca un nucleo di portata nazionale ed
europea.” E ancora “ Che senso ha pensare adesso all’aggregazione con Padova
quando di fatto oggi le provincie vengono fortemente ridimensionate e private
del potere programmatorio e di sviluppo territoriale, competenze che vengono
delegate alla regione alle città metropolitane?
Meglio concentrarsi (è un parere ampiamente condiviso anche tra
schieramenti diversi, ndr), per dare poteri aggiuntivi alla città metropolitana
e per permettere a Chioggia di essere protagonista nella costruzione dello
statuto. Questa è la sfida che dobbiamo mettere in campo senza fare polemiche
di basso livello che danno della città un’immagine sempre sbagliata” conclude
l’esponente regionale del PD. Nel caso ci fossero stati dei dubbi su cosa ha
intenzione di decidere la maggioranza, l’intervento del sindacoGiuseppe Casson
li ha definitivamente fugati, ribadendo sostanzialmente che l’istituzione della
città metropolitana nasce in un contesto di diminuzione delle risorse; citando
testualmente gli articoli 17 e 18 della legge “razionalizzazione e riduzione
della spesa delle entità territoriali”, fondamentali e decisivi per comprendere
il dibattito e non per decidere con chi stare (Venezia o Padova) si capisce
come la logica del provvedimento è diversa e parte dalla volontà monca di
eliminare le provincie in funzione appunto del risparmio di spesa, questo è
l’obiettivo della legge, che sia interpretato come il consentire ai singoli
territori di dire con chi si vuole stare è….sbagliato”. Il successo del movimento e quindi
cancellando qualsiasi possibilità al movimento rappresentato da Pino Penzo, e
da molti altri, che invece chiedono “ Risposte non scontate” al prossimo
consiglio comunale programmato per il 17 settembre, coglie dai cittadini un’evidente emotività
sollecitata dal rapporto di amore/odio insito da sempre con Venezia, e
probabilmente qualcuno dei soggetti politici si è insinuato con finalità di
facile consenso più che per una scelta ragionata e avulsa da finalità meno
nobili. Ciò non toglie che molte delle riflessioni sollevate dai pro-patavini
siano le stesse di molti autorevoli esponenti, anche di schieramenti
diversi, che riferendosi alla normativa
sulla città metropolitana la definiscono una legge fatta malissimo che concede
al sindaco di Venezia un diritto di veto al limite della democrazia.
E quindi? Aspettiamo il prossimo consiglio comunale. (Andrea Comparato)
PUBBLICATO sulla NUOVA SCINTILLA il 13 settembre 2012
PUBBLICATO sulla NUOVA SCINTILLA il 13 settembre 2012
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